Manifestazioni studentesche a novembre 2021: sì a scuola sicura, inclusiva e senza voti
Ai nostri microfoni i ragazzi hanno fatto sapere di essere rimasti delusi dal rientro a scuola perché non hanno notato nessun miglioramento strutturale, logistico e didattico rispetto al 2020, ovvero prima della pandemia.
Al centro della protesta sono soprattutto i problemi legati all'edilizia. "C'è un crollo ogni giorno nelle scuole italiane!" dice indignato uno studente. "La scuola, che dovrebbe essere in mano degli studenti, è in realtà in possesso di persone che hanno fatto la scuola 40 anni fa ed è sbagliatissimo", conclude. Una studentessa, invece, ammette di aver partecipato alla manifestazione per dimostrare che in Italia è necessaria una riforma scolastica che parta direttamente da chi vive la scuola, ovvero da loro, dagli studenti.
Altri ragazzi ci hanno spiegato che la protesta è motivata dalla richiesta di investimenti per il diritto allo studio e per il benessere psicologico sia in termini di prevenzione che terapeutici. In via Broletto, infatti, durante la manifestazione un gruppo di ragazze ha indossato bandane sugli occhi e scotch sulle labbra per denunciare il disagio psicologico, spesso causato dal senso di isolamento e dalla mancanza di empatia dei professori.
"Altri problemi della scuola sono legati all'inclusione", commenta ai nostri microfoni una studentessa. "Dovrebbero esserci sportelli psicologici gratuiti per tutti e per tutte, eppure in molte scuole non sono presenti".
Dai ragazzi viene infine richiesto di poter partecipare attivamente alle scelte che riguardano il mondo scolastico. "La scuola italiana è indietro di 30 anni, infatti rispetto ad altre realtà europee è una tra quelle messe peggio".
Abbiamo infine chiesto agli studenti come dovrebbe essere secondo loro la scuola del futuro: "Con una didattica che possa darci la possibilità di sviluppare un pensiero critico e una valutazione che non ci faccia sentire sbagliati", ci dice una giovane studentessa. "Mi piacerebbe una scuola più sana, senza discriminazioni di nessun genere, dove i professori riescono a capire gli studenti", risponde invece un ragazzo. "Vorrei una realtà dove si possa studiare per quello che è il vero piacere dello studio", conclude. "Io vorrei un confronto più diretto con gli insegnanti e con le istituzioni", ci dice infine una studentessa.
Insomma, i ragazzi hanno il forte desiderio di creare un dialogo aperto e costruttivo con le istituzioni, ma perché nessuno li ascolta?