La "Buona Scuola" è riforma e riforma può anche essere una scuola senza voti. Questa è l'opinione di chi la pensa come Francesco Dell'Oro, uno dei massimi esperti italiani nel campo dell'orientamento scolastico, il quale si è espresso con dei suggerimenti sulle necessità di cambiamento delle nostre scuole. Cambiamento che, a detta sua, dovrebbe coinvolgere aspetti fondamentali quali le valutazioni: vediamo come.
Innanzitutto, bisogna sottolineare che per scuola "senza voti" non si intende una scuola senza valutazione. Più semplicemente, il problema sembra risiedere proprio nella modalità di valutazione attualmente in voga nel nostro Paese, ovvero quella che prevede voti strettamente numerici. Secondo l'esperto, una fredda valutazione scolastica così basata mortifica gli alunni con difficoltà piuttosto che incoraggiarli, oltre che creare competizioni e divisioni insensate tra compagni di classe.
"La valutazione deve esser formativa. E allora basta voti, la scuola deve saper correggere, non bocciare". In effetti, la valutazione degli studenti italiani troppo spesso è vincolata ad un'assurda logica matematica, la quale sembra più indirizzata a valutare se un alunno è competente o meno, piuttosto che ad indicare dove e come poter migliorare. Ma, per vederci più chiaro, abbiamo raccolto qualche parere di chi vive oggi la scuola in prima persona; abbiamo intervistato qualche studente ed ecco i due punti di vista più salienti.
"Le valutazioni, ormai hanno perso tutto il loro significato.", dice Enrico, studente di liceo scientifico a Torino. "Ho visto ragazzi prendere 4.75 di un tema di italiano, 3.60 di una versione di latino, 1.50 di una verifica di matematica. Ma cosa significano questi voti? Non sarebbe meglio ricevere una vera scheda di valutazione con un commento su ogni aspetto delle competenze richieste e raggiunte?".
Al contrario, invece, si è espressa Valentina, che frequenta un istituto professionale nella provincia di Lecce. "Sono d'accordo che la valutazione sia un discorso più ampio, ma i voti numerici sono indispensabili per certificare il raggiungimento di determinati obiettivi.". Così ha esordito la studentessa, per poi continuare dicendo: "Dopotutto, è compito del professore correggere e motivare personalmente ogni suo studente: i numeri, come voti, restano solo sul registro.". Allora, mentre c'è chi nella consulta della riforma la "Buona Scuola" sta cercando di rivalutare il ruolo della valutazione, chiediamo a voi quali sono le vostre opinioni in merito.
Come giudicate il metodo di valutazione attualmente in uso tra i vostri professori? Quali cambiamenti suggerireste in questo senso in ottica riforma della scuola? Commentate o scrivete a infostudenti@scuolazoo.it!
Riccardo Gemma