ROMA – Si erano riuniti per manifestare contro le violenze dei rom. Circa 200 persone, tra studenti e non, di Casapound e Blocco Studentesco si sono dati appuntamento venerdì mattina davanti agli ingressi degli Istituti Cartesio, Tacito e Stendhal, muniti di striscioni e fumogeni. L'accusa, mossa dalla cooperativa sociale Eureka e da Arci Solidarietà, è adesso quella di aver ostacolato l'ingresso a scuola ai bambini di etnia rom.
All'origine della protesta alcuni eventi che hanno visto protagonisti bambini rom lanciare pietre contro gli edifici scolastici ed alcuni studenti. Da lì è scaturita la decisione di Casapound e Blocco Studentesco di porre un presidio di protesta a pochi metri dal campo nomadi vicino alle scuole, seguendo il motto: "Stop alle violenze dei rom, alcuni italiani non si arrendono". In proposito, si è così espresso Fabio Di Martino, esponente di Blocco Studentesco: «Le scuole romane sono fatiscenti: per questo è ancora più inconcepibile che il sindaco Marino e le istituzioni finanzino i campi rom o i centri d’accoglienza».
Puntuale è stata la denuncia di Eureka e Arci Solidarietà, i cui operatori sociali hanno affermato che «è stato fisicamente impedito ai ragazzi rom e ai noi l'accesso a scuola.». La polizia è allora intervenuta, ma la Questura di Roma ha concluso, analizzando i fatti, che «il sit-in non ha creato pericolo o intralcio al traffico cittadino né tantomeno ha impedito agli studenti di accedere all’interno delle aule. Anche le attività all’interno del campo nomadi sono proseguite regolarmente e non risulta che sia stato impedito il passaggio di alcuni bambini rom che stavano andando a scuola».
Resta, tuttavia, che un nuovo ed ulteriore caso di intolleranza e tensione a sfondo razziale abbia movimentato molti cittadini italiani. Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, ha così commentato l'accaduto: «La scuola rappresenta non solo un luogo di studio, ma un ambito di crescita culturale ed umana per tutti gli studenti. Impedire ai ragazzi di andare a scuola è proprio per questo un gesto grave ed inqualificabile. Occorre vigilare ed impedire che un clima di violenza e sopraffazione calpesti il primo luogo di crescita e libertà per i nostri ragazzi, il primo loro diritto, quello allo studio. Roma merita una riflessione più profonda sulla convivenza, a tutti i livelli».
Voi, invece, cosa ne pensate? Commentate la vicenda o scriveteci a infostudenti@scuolazoo.it con quelle che sono le vostre convinzioni, mantenendo comunque una certa civiltà nel linguaggio e nell'approccio alla discussione.
Riccardo Gemma
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