Siamo alle scuole medie di Cassino, un ragazzino di dodici anni fa un po' di pipí fuori dal gabinetto. Fin qui tutto regolare.
Passo successivo. La professoressa si arrabbia, molto. Gli fa ammettere di essere il colpevole e lui lo fa perché non vuole sottoporsi all'esame del DNA che la professoressa menziona per farlo confessare. Gli prende il diario e gli mette una nota, ma la cosa non finisce qui. La professoressa vuol dare una lezione al ragazzino così gli passa uno strofinaccio ed un secchio d'acqua per fargli pulire quello che ha appena combinato.
Passo conclusivo: il ragazzino scoppia a piangere e quando torna a casa racconta tutto ai genitori. I genitori sono increduli, ma a confermare l'accaduto c'è anche la sorellina. Decidono di prendere un avvocato perché per loro una punizione così è davvero troppo rigida, soprattutto dal momento in cui il loro figlio dice di non averlo fatto volontariamente. Qualche suo compagno sarebbe entrato in bagno e per lo spavento si sarebbe voltato e così avrebbe provocato il pasticcio: pipì sul pavimento.
Per ora niente verdetti. Possiamo solo lasciarci alle riflessioni che questo avvenimento ci può portare: i genitori di oggi sono troppo apprensivi con i loro figli? Noi studenti non siamo più abituati alle punizioni? Si è comportata in modo troppo severo la prof o vi sembra abbastanza normale il suo comportamento?
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