Si è sempre parlato di quanto poco lo stato italiano investa nella scuola, ma siamo davvero messi così male? E soprattutto, ci sono dei progetti per migliorare la nostra situazione? Scopriamolo insieme.
Secondo una delle ultime ricerche fatte dall’Istat, il nostro paese è quello che investe meno nella scuola tra tutti gli stati membri dell’Unione Europea, attestando la spesa al 4.6% del PIL. Prima di noi ci sono tutti gli altri stati, partendo dalla Danimarca che investe quasi il doppio, per poi scendere nella graduatoria a Regno Unito, Francia e Belgio, che utilizzano il 6% del PIL. A poca distanza da noi, Spagna e Portogallo, che dedicano a questa spesa il 5.5%.
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Ma non è finita qui. Secondo le previsioni nel 2015 l’investimento si attesterà al 3,7%, per poi passare al 3,5% nel 2020. Da questo punto in poi le spese caleranno perché ci si aspetta una minore iscrizione, quindi gli investimenti crolleranno di nuovo, arrivando al 3,3% nel 2030.
<<Dare ai nostri figli la migliore istruzione possibile è un imperativo economico>> diceva Obama ma, a quanto pare, nei palazzi del potere non sembrano voler capire che i soldi utilizzati per il miglioramento della scuola non sono sprecati, ma sono investimenti a lungo termine. Si investe sul futuro, si investe sulle nuove generazioni. Ma è troppo complicato, perché non rende nell’immediato, per questo si preferisce tagliare tutto ciò che è possibile.
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