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Studente di Harvard scopre che "Facebook ha una falla". Stage annullato!

20 agosto 2015

Facebook ha una falla. Beh, in realtà, come è noto, ben più di una. Infatti, non sono state poche in passato le segnalazioni riguardanti la scarsità della protezione dei dati sensibili e qualche utente è anche arrivato al punto di denunciare un traffico illecito di informazioni tra il social network e le principali agenzie pubblicitarie mondiali.

È anche vero che i dati immessi in rete sono automaticamente resi pubblici e accessibili a tutti gli internauti, ma ora è davvero troppo.

La falla. A dirlo è Aran Khanna, studente della prestigiosa Harvard University, convocato da Zuckerberg per svolgere uno stage presso i quadri dirigenti di Facebook. Inizialmente accettato, Aran Khanna non ha neanche avuto modo di iniziare: il contratto è stato annullato dal social media dopo che il ragazzo ha individuato un grave difetto nel sistema di privacy.

studente facebook

La scoperta. Secondo quanto riportato dalla stampa americana, Aran avrebbe sviluppato in poche righe di codici un'applicazione (Marauder's Mapp) che, presentata come estensione per Chrome, avrebbe permesso all'utilizzatore di mostrare su un mappamondo tutti gli spostamenti dei propri amici e seguaci su Facebook. Com'è possibile? Grazie a un problema in Facebook messenger, a partire dal quale è possibile ricavare il luogo da cui sono stati inviati i messaggi, con un margine d'errore pari a circa 1 metro.

Le conseguenze. Aron è stato immediatamente convocato da Zuckerberg, che gli ha chiesto il silenzio stampa e la disattivazione tempestiva della app, che in poche ore era stata scaricata da decine di migliaia di utenti del social. "Il ragazzo ha rispettato quanto abbiamo richiesto e quanto ci attendevamo da lui in seguito a questa violazione della provacy", dichiarano i quadri dirigenti di Facebook. "Purtroppo per lui, però, il suo stage è stato annullato prima ancora di iniziare: non si è dimostrato all'altezza degli elevati standard etici che caratterizzano la nostra società".

Come ricordato in precedenza, Facebook è stato più volte nel mirino dei giornalisti a causa della sua scarsa attenzione alla privacy e alla protezione dei dati sensibili degli utenti e della loro rete di amici.

Voi cosa ne pensate? Credete che l'appello dello studente di Harvard meriti ascolto oppure ritenete che la sua denuncia e l'introduzione della app illegale siano stati solo dei modi per ottenere fama e salire alle luci della ribalta? Lasciateci le vostre impressioni nei commenti!

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