Integrarsi in una classe dopo essersi trasferiti non è sempre semplice, specialmente se si è intelligenti. Lo dimostra la storia di Andrea, nome di fantasia di un ragazzo che dopo aver abitato tanti anni in un'altra città, lo scorso anno è arrivato a Rimini e lì ha cominciato un altro scuola superiore. Fin qui tutto regolare. Se non che il suo accento, diverso da quello dei compagni, e la sua intelligenza, appunto, che ben presto lo ha fatto diventare il primo della classe e uno dei più amati dai professori, hanno attirato verso di sé l'ira dei compagni.
Sin da subito è stato criticato e le critiche presto si sono tramutate in insulti, a voce o sul web. Andrea è diventato così una vittima di quei bulli che non si sono fermati e hanno continuato a minacciarlo per poi passare a schiaffi, pugni e calci quando i prof non erano lì pronti a sorvegliarli.
Andrea ha quindi deciso di agire, di dire basta a questi pestaggi, di fare un gesto di bontà verso se stesso. Ha raccontato dunque l'accaduto ai genitori e ha denunciato i suoi compagni, che davanti alle autorità si sono difesi dicendo che mai avrebbero pensato che il loro compagno soffrisse così tanto.
Una storia come questa non può altro che far riflettere tutti noi sul fenomeno del bullismo e dare coraggio a chi non ne ha di denunciare quello che succede in classe e che lo fa star male, ma allo stesso tempo a tutti gli altri che, seppur a volte non se ne accorgono, compiono gesti che fanno soffrire chi sta loro intorno.
A voi è mai capitato di rendervi conto solo più tardi che avete fatto del male a qualcuno? Raccontateci le vostre esperienze nei commenti qui sotto.