«Una scuola fuori dal mondo, ecco come la definirei quella di oggi. Universi paralleli quello reale che non sono neanche informati su ciò che accade dall’altra parte.
E’ ormai essenziale essere informati su quello che sta succedendo al di fuori delle mura scolastiche, soprattutto se ci riguarda strettamente. La scuola dovrebbe essere in grado di fornirci i mezzi per analizzare criticamente la realtà, ma se questa non viene nemmeno presa in considerazione, come si può pretendere che gli studenti acquisiscano le abilità necessarie? Ha, invece, preferito tapparsi gli occhi e procedere come se nulla fosse successo.
L’attualità dovrebbe essere discussa in ogni classe di ogni ordinamento. Prendiamo ad esempio la tragedia successa a Tunisi nei giorni passati. Si potevano dedicare intere lezioni al fenomeno del terrorismo internazionale, soprattutto visto che siamo uno degli obiettivi primari. E ancora, la strage a Milano, le svariate vicende dell’Isis, la sentenza della corte di Bruxelles su Genova, insomma, i fatti di cui discutere ci sono. Ma la risposta delle scuole è stata il silenzio. Silenzio totale. I professori di oggi sono talmente immersi e condizionati dal programma da non riuscire a vedere le occasioni che perdono. Ma che problema c’è? E’ normale. E invece no, la normalità dovrebbe essere riuscire a creare una lezione partendo da quello che accade tutti i giorni. I professori, o più in generale la scuola, dovrebbero formare gli studenti del futuro e spiegare quello che li circonda. Non è con l’ignoranza che si combatte l’ignoranza.
Questo è un invito a tutti i docenti, perché realizzino il loro errore per rimediare, ma soprattutto agli studenti, quindi a te che stai leggendo, perché tu possa chiedere del tempo ai professori per riflettere su argomenti come questi».
, R.I.S. del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Erba (Como)
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