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Ai Millennials piace il "Reshoring"

27 ottobre 2016

Partiamo dal principio: cos'è il reshoring? Si tratta dell'esatto contrario dell'offshoring. In passato le aziende avevano scelto per motivi chiaramente economici di delocalizzare i propri stabilimenti. Oggi, invece, un numero sempre crescente sceglie di rimpatriare per tutta una serie di motivazioni. L'aumento dei costi del lavoro nel sud-est asiatico, dove in genere le aziende venivano trasferite, la ripresa in Europa e America, nuove politiche fiscali più agevolanti se si rimane nel proprio Paese.

Se, dunque, il reshoring piace alle aziende, lo stesso si può dire per la generazione dei Millennials. Questi ultimi mostrano una spiccata sensibilità nei confronti dei temi della sostenibilità, ragion per cui sono estremamente favorevoli ai progetti di rientro in Italia delle produzioni. Questo parere favorevole emerge dalla ricerca Il Reshoring e i Millennials, condotta in Italia da PwC.

I dati derivano da un'indagine effettuata su 3.160 persone di 24 anni circa. I Millennials sono consapevoli a proposito dell'impatto positivo che i progetti di Reshoring hanno sia a livello economico sia a livello lavorativo - creano nuovi posti di lavoro nel nostro Paese - e, per questo motivo, premiano le aziende che decidono di agire in tal senso.

Secondo il 50% degli intervistati, riportare le produzioni in Italia ha il vantaggio di aumentare il valore della reputazione aziendale; il 33% ha inoltre ammesso che è più propenso ad acquistare i beni di un marchio che ha adottato strategie di reshoring rispetto ad altri che invece hanno scelto di non tornare in Italia.

I Millennials si rivelano dunque consumatori sensibili e con una consapevolezza considerevole in rapporto alla loro età, che preferiscono la qualità - spendere di più per un prodotto - alla quantità, tipica del cosiddetto fast fashion. Oltre alla qualità della merce, vengono presi in considerazione altri fattori: durabilità, tipologia di materiali utilizzati e, per finire, il prezzo.

A questi si aggiungono il concetto di "made in", il marchio, l’esclusività, l’accettazione sociale e il packaging. Esiste anche una concezione assolutamente positiva del "made in Italy", associato da buona parte del campione a una maggiore qualità dei prodotti, a competenze di tipo artigianale, a grande creatività, all'affidabilità dei fornitori, a ricadute positive sull'occupazione, sul PIL e sull'ambiente.

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