L'alternanza scuola-lavoro davvero sembra non piacere a molti, oltre alla ex ministra Giannini che ha cercato di potenziarla. Per questo motivo è diventato famoso il caso di Genova, capoluogo ligure, di cui solo 14 imprese han deciso di aderire al progetto.
Ma come mai questa scarsa adesione? Ve lo riveliamo noi: perché le imprese devono pagare ben 100€ per richiedere che venga attivata la collaborazione. Ora si sta cercando di abbassare il prezzo o renderlo gratuito, ma non è una procedura così facile.
Anche le scuole superiori inoltre ritengono che ci siano delle falle nel progetto di alternanza scuola-lavoro. Molti prof e dirigenti ritengono che sia difficile incastrare gli orari delle lezioni con quelli lavorative, che ci sia difficoltà anche nel trovare i posti dove effettuare stage e tirocini e che, se proprio doveva essere attuato un progetto simile, bisognava dar più rilevanza alla qualità dell'attività svolta e non alle ore e comunque far sì che l'attuazione fosse più graduale e che la burocrazia fosse snellita.
Come abbiamo visto anche noi studenti non siamo proprio d'accordo con cosa prevede il progetto: è difficile continuare a studiare lavorando e a volte risulta essere più sfruttamento che un'esperienza lavorativa quello che ci fanno intraprendere.
Anche i genitori vedono la nostra difficoltà di stare dietro a tutto e si chiedono se queste attività siano davvero utili.
Forse le cose cambieranno con il nuovo ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, che è stata anche sindacalista e quindi di lavoro se ne intende. Per ora dobbiamo rimanere in questa situazione e vedere il lato positivo dell'alternanza scuola-lavoro: una formazione più pratica e possibilità in più nel mondo del lavoro.
Voi cosa ne pensate a riguardo? Scrivetecelo nei commenti qui sotto!