L'esordio di Valeria Fedeli al Ministero della Pubblica Istruzione non è stato certamente tra i migliori: le polemiche hanno toccato la sua storia personale, con l'accusa di falsificazione del CV arrivata prontamente da parte dell'opposizione, e sono scoppiate con la conclusione che una persona che non ha mai lavorato nel mondo della scuola non dispone dei migliori strumenti per occuparsi delle annose questioni che la scuola la attanagliano da tempo.
A prescindere da tutto, il premier Gentiloni ha dato piena fiducia al Ministro che si accinge a svolgere la sua nuova missione raccogliendo l'eredità del suo predecessore, Stefania Giannini. Nel bene e nel male. Il passaggio di consegne si è svolto nel modo più pacifico possibile, terminando addirittura con un abbraccio tra le due donne. Ecco quali sono i sei dossier caldi che dovranno essere affrontati nei mesi a venire.
1. I tre concorsi
Il primo è il concorso che dovrebbe portare docenti in cattedra nel 2017 e nel 2018. Alcune regioni stanno ultimando la pubblicazione delle graduatorie dei vincitori per classi di concorso, ma ce ne sono altre nelle quali gli orali sono appena iniziati e le prove sono state addirittura calendarizzate fino al 20 maggio 2017. In Sicilia le prove culmineranno soltanto d'estate. Dire che il tutto è in clamoroso ritardo è poco. Le previsioni che alla scuola italiana mancheranno 23.000 docenti a tempi indeterminato restano confermate.
Gli altri concorsi dei quali occuparsi sono quello relativo ai dirigenti scolastici e quello per i direttori dei servizi amministrativi, che dovrebbero essere pronti a inizio gennaio - almeno, così si spera.
2. La mobilità contenuta
Il problema della mobilità ha colpito quest'anno un numero altissimo di docenti, soprattutto del sud, con famiglia e, nella maggior parte dei casi, più di quarant'anni. Si tenterà di eliminare il vincolo dei 36 mesi obbligatori nella sede assegnata in modo da andare incontro alle esigenze degli insegnanti e creare una sorta di mobilità flessibile.
3. Niente tirocinio sottopagato
Si tratta di una delega non ancora approvata secondo la quale i docenti in prova saranno pagati con contratto di apprendistato - 800 euro invece di 1.350 di base. Una sindacalista vera non accetterebbe mai niente di simile per un insegnante.
4. La riforma 0-6 anniLa legge 0-6 è quella sull'infanzia ed è davvero molto attesa dalle maestre d'infanzia, unico settore della scuola precario rimasto del tutto fuori dalle assunzioni della Buona scuola.
5. Esame di terza media e InvalsiLa prima conferma dovrebbe arrivare sul tema Invalsi, che non dovrebbero più far parte delle prove d'esame di Terza media. I test, effettuati su italiano, matematica e inglese prima della fine dell'anno scolastico, serviranno unicamente a fini statistici e saranno una sorta di requisito per l'accesso all'esame finale.
6. Un miliardo per l'UniversitàSarebbe stata la Giannini ad annunciare l'esistenza di questi finanziamenti ma nella vita, si sa, non sempre le cose vanno come desideriamo.