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Il giudice ha deliberato: sì al panino da casa a scuola

15 settembre 2016

Il panino da casa è stato finalmente approvato: gli studenti potranno tranquillamente portarlo a scuola. Avevamo già parlato di questa ennesima polemica che aveva infiammato le scuole: sì o no al cibo preparato a casa? Il Tribunale di Torino ha finalmente decretato per il sì.

La disputa tra le famiglia pro e contro il panino da casa si è dunque conclusa: i genitori contrari al servizio mensa potranno finalmente cimentarsi nella preparazione di deliziosi pranzetti per i loro pargoli.

Questa vicenda ha origine nel 2013, quando un gruppo di famiglie decide di creare il comitato "Caro Mensa": le tariffe per mangiare a scuola continuano ad aumentare, così decidono di avviare una battaglia legale contro il Miur e il Comune per ottenere il diritto di portare il cibo direttamente da casa. Dopo un lungo altalenarsi di decisioni che ha coinvolto la Corte d'Appello, il Miur, l'ufficio scolastico e la Regione, il giudice Enrico Astuni ha sancito il diritto per le famiglie di poter scegliere tra la mensa e il pasto fatto in casa da consumare a scuola, con gli altri bambini. Il tribunale ha sostenuto la tesi secondo la quale la refezione deve essere un'agevolazione per la famiglie e non un obbligo imposto.

Giorgio Vecchione, uno dei papà che ha sostenuto la possibilità di poter scegliere se mangiare il cibo della mensa o il proprio, si dichiara davvero soddisfatto del risultato ottenuto:

“Il tribunale dichiara che la mensa è un tempo educativo a tutti gli effetti. Non è impossibile imporre alle famiglie l’obbligo di aderire o meno al servizio che è invece una facoltà. L’unica alternativa al digiuno è quella di dotare i figli del pasto domestico: questo è l’esercizio del diritto all'istruzione che trova le basi nell'articolo 34 della Costituzione. Questa battaglia non riguarda solo Torino, ma si tratta di un diritto costituzionale che potrà essere esercitato in qualsiasi parte del Paese”.

Gli oppositori, comunque, permangono. C'è chi teme, infatti, che il nuovo provvedimento possa contribuire ai rischi di contaminazione e infezione. Inoltre, si teme che in questo modo le differenze tra i bambini si acuiscano perché potrebbe essercene uno che arriverà con una porzione di lasagna e un altro che invece sarà "costretto" a mangiare un semplice sandwich.

Voi cosa ne pensate? Come funziona nella vostra scuola? Fateci sapere nei commenti.
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