Abbiamo già parlato dei test Invalsi, di quando si svolgeranno nelle varie scuole secondo il calendario nazionale e della loro modalità di svolgimento. Dal momento in cui sono stati introdotti, non sono mai stati particolarmente apprezzati nelle scuole.
Non sono soltanto gli studenti a detestare questa tipologia di valutazione "dall'alto", ma anche - e inaspettatamente - i docenti e le famiglie. Lo scorso anno, infatti, ci sono state numerose contestazioni da parte di alcuni insegnanti che hanno invitato i genitori a non far andare i figli a scuola nei giorni di svolgimento delle prove.
Nonostante ciò, il Miur ha deciso di dare anche più peso agli Invalsi 2017. Il fatto che da quest'anno questi test avranno un ruolo certificativo agli esami di Stato ha creato un po' di confusione. Si tratta di un'idea positiva o negativa? In poche parole: è una scelta pensata per il bene degli studenti? Il loro pensiero è stato preso per una volta in considerazione? Sembrerebbe proprio di no.
Secondo alcuni associazioni, tra le quali è presente il Cidi, non si tratta assolutamente di una buona idea. Gli Invalsi erano nati come un metodo di valutazione in un certo senso anonimo. Adesso, invece, entreranno a far parte della biografia formativa dello studente.
Questo cambiamento significativo si colloca in netto contrasto con le tendenze degli altri Paesi europei, nei quali il metodo di valutazione non è in alcun modo collegato a dati sensibili, ma funziona in forma del tutto anonima.
Secondo alcuni sarebbe stato meglio se gli Invalsi fossero rimasti quello che erano fin dal primo momento: una semplice valutazione in forma anonima. A giudicare gli studenti ci pensano già i loro docenti che, pur sbagliando di tanto in tanto, instaurano con loro un legame che non è fatto soltanto di voti, ma anche di pezzi di vita condivisi. E questo significa tanto.
Voi cosa ne pensate degli Invalsi? Ritenete che la loro introduzione abbia un senso? Fateci sapere nei commenti.
