Se c'è un tema su cui il ministro Fedeli è particolarmente attenta è quello delle minoranze. Già avevamo detto all'inizio del suo mandato che da sempre si è occupata della questione femminile e ora che lavora nel mondo della scuola è giusto estendere questa sua preoccupazione a tutte quelle persone o gruppi di persone che potrebbero considerarsi deboli perché appunto sono una minoranza.
Così in questi giorni la Fedeli, per ribadire il suo impegno, ha visitato delle scuole ebraiche. Ha persino assistito a delle lezioni sulla cultura ebraica che l'hanno riempita di entusiasmo e per cui ha compreso il valore che apportano al nostro paese cultura simili. Valore che vorrebbe comprendessimo tutti noi studenti, perché dalle differenze c'è solo da imparare.
Cosa cambierà?
Per questa sua apertura mentale e questa sua voglia di fare il ministro Fedeli vorrebbe ampliare il progetto Erasmus per fare in modo che tutti possano affrontarlo (leggi anche 8 cose che non sapete sull’Erasmus e sulle sue origini). Questa mobilità internazionale per gli studenti universitari, ma ormai anche estesa agli studenti delle superiori, rappresenta per noi studenti un buon modo per crescere e maturare. Conoscere culture, venite a contatto con gente che ha un altro modo di pensare ci fa diventare persone più tolleranti e quindi migliori. Inoltre la Fedeli sottolinea come da questo progetto si stia creando una vera e propria nuova generazione europea formata dai figli delle coppie nate durante l'Erasmus che sono i migliori prototipi del "cittadino del mondo".
La visita alle scuole ebraiche si è conclusa con l'inno italiano e con il regalo che gli studenti hanno voluto fare al ministro: una raccolta di foto e descrizioni delle feste ebraiche creata dai bambini delle scuole elementari.
Un'esperienza utile per il ministro che potrebbe esserlo anche per noi.
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