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Paura attentati, 1 studente su 5 non vuole andare in gita

1 dicembre 2015

Gli attentati di Parigi, la paura che rimane, il dubbio che serpeggia: "sarà giusto mandare mio figlio in gita scolastica, magari all'estero, temendo però i rimorsi di coscienza nel caso gli succedesse qualcosa?", è l'interrogativo di ogni genitore dopo la notizia della strage al Bataclan. Per una riflessione più approfondita leggi: Tema svolto sul terrorismo

Le scuole in Francia. In seguito agli attacchi di Parigi di pochi giorni fa, sono tornate d'attualità le misure di estrema sicurezza introdotte all'ingresso delle principali attrazioni turistiche già dopo la strage di Charlie Hebdo: metal detector e perquisizioni d'obbligo da parte della gendarmerie a tutti gli intenzionati a mettere piede a Disneyland, nei musei, nei cinema o, semplicemente, nei principali centri commerciali. Ma per le scuole francesi, cosa è cambiato? È inevitabile sottolineare come giustamente l'allarme terrorismo non sia ancora rientrato: per decisione del Governo, infatti, tutte le gite scolastiche verso la capitale sono state temporaneamente sospeseCome riferiscono gli stessi esercenti, il turismo interno è rimasto paralizzato, le vendite dei biglietti del teatro e del cinema sono crollate esponenzialmente, nessuno è più tranquillo se si trova in mezzo a un capannello di persone nel centro della città. E, purtroppo, non si può dire che il turismo internazionale dia una spinta al risollevamento economico parigino, anzi.

attacchi di parigi

Le scuole in Italia. In Italia, Parigi è da sempre una delle mete più ambite per viaggi-studio e gite scolastiche del triennio delle scuole superiori: si pensi che circa il 55% delle proposte per le mete delle gite, in sede di Collegio Docenti, coincide proprio con la capitale francese e la vicina reggia di Versailles. Eppure, ultimamente, pochissimi si dichiarerebbero disposti ad allontanarsi da casa: dalle interviste campione effettuate nelle principali città italiane a passanti di età compresa tra i 14 e i 19 anni, infatti, emerge che 1 studente su 5 non vuole andare in gita. "Indubbiamente la situazione è grave, tuttavia non bisogna cadere in quel pericoloso baratro che è la psicosi collettiva", afferma Ezio Delfino, presidente della Disal (Associazione Dirigenti Scolastici Italiani). "Per organizzare le gite occorre indubbiamente il benestare del dirigente scolastico, ma anche un parere positivo e il più possibile unanime da parte dei genitori e degli stesii allievi: come abbiamo constatato sul campo, praticamente nessuno è più entusiasta di andare in gita a Parigi". Probabilmente, come sottolineato dalla Disal, vi è un allarmismo eccessivobda parte delle principali testate giornalistiche ed emittenti televisive, che indurrebbe i lettori ed ascoltatori a non effettuare viaggi all'estero di alcun tipo.

I genitori la pensano più o meno allo stesso modo. “Siamo tutti impreparati di fronte a certe tragedie”, ribatte Fabrizio Azzolini, presidente dell’Age (Associazione italiana Genitori). “Nessuno è sereno in questo momento, ma noi adulti dobbiamo mantenerci equilibrati perché la scuola e le sue attività devono andare avanti. Credo che un giusto compromesso potrebbe essere evitare almeno le destinazioni più a rischio, che le autorità e le istituzioni ci possono segnalare. In fondo l’Italia è una meraviglia: concentriamoci sulle nostre bellezze, e rimandiamo a momenti di maggiore tranquillità le visite fuori confine".

VOI cosa ne pensate? Siete stati a Parigi con la scuola in un momento più sereno? Ci tornereste adesso? Se volete lasciarci le vostre impressioni o se siete una di quelle classi che si sono viste temporaneamente sospendere la gita scolastica, scriveteci nei commenti!

 

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