All'università c'è carenza di giovani, non studenti, ma insegnanti. Sono davvero pochi quelli under 40 e spesso gli universitari hanno a che fare con prof ultra sessantenni. Non che l'età sia decisiva sull'insegnare bene o meno, perché in tanti casi i sessantenni che hanno accumulato più esperienza sembrano essere insegnanti più attivi ed interessanti rispetto a quelli con 20 anni in meno, tuttavia avere insegnanti giovani potrebbe essere un aiuto. Un aiuto sia agli insegnanti più anziani che ormai hanno sviluppato una troppo grande repulsione nei confronti dei giovani d'oggi, ma anche per chi proprio, dopo tanti anni passati dietro ad una cattedra, non ce la fa più.
Secondo i dati, gli under 40 sono tra i professori ordinari appena 36 su un totale di quasi 13mila; tra i professori associati appena 1.488 su circa 20mila ed infine tra i ricercatori 3.032 su circa 17.500.
Numeri bassi che fan preoccupare chi vorrebbe una scuola giovane e rinnovata, come lo stesso premier Renzi, che infatti nella sua nuova riforma avrebbe introdotto delle novità in questo senso.
Gli esperti tuttavia dicono che il vero problema sia per i giovani che hanno appena ricevuto il dottorato: pare che per loro sia davvero difficile e soprattutto lungo in termini di tempo ottenere una cattedra e che bisognerebbe almeno che, una volta riconosciuto loro il dottorato, passino meno di tre anni per cominciare ad insegnare, come succedeva più o meno 20 anni fa. Solo in questo modo l'università potrebbe vedere tra i prof dei trentenni.
Voi che scuola fate? Avete più docenti anziani o giovani? Scrivetecelo nei commenti qui sotto!
