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Un altro caso di bullismo: una ragazzina malmenata

10 ottobre 2016

Forse meno frequenti e ancora di più taciuti, ma accade che nelle scuole si verifichino anche episodi di bullismo al femminile. La storia che vi raccontiamo oggi è avvenuta a Rovereto, in provincia di Trento, denunciata da una donna che ha assistito quasi per caso alla vicenda.

Passando per caso da piazza Rosmini ha visto due ragazze spintonare una terza, gesto che l'ha spinta a intervenire e denunciare l'accadimento sul suo profilo Facebook. Ecco il contenuto che ha pubblicato:

"Oggi ho assistito a una scena orribile in cui non ho potuto far a meno di intervenire. Sto accompagnando mia nonna in piazza Rosmini in macchina, all'altezza delle magistrali ci sono delle ragazzine alla fermata dell'autobus sull'altro lato della strada. Una ragazzina con il velo e due senza. Quelle senza velo spingono l'altra e la buttano in terra, gli occhiali le finiscono in mezzo alla strada dove lei va a recuperarli.

In quel momento non ho la possibilità di fermarmi, così lasciata mia nonna alla piazza faccio il giro e torno indietro. Mi fermo a lato strada vicino alle ragazzine che stanno urlando e spintonando ancora l'altra senza tregua. Scendo e mi avvicino.

Chiedo se è tutto ok... le ragazzine mi aggrediscono con: chi cazzo sei? Cosa cazzo vuoi? E via dicendo. Chiedo all'altra, uno scricciolo con uno sguardo impaurito e velato di lacrime, se gli occhiali si sono rotti e lei me li mostra. Sono piegati e una lente è andata. Dico alle altre due (che mi stanno dando ancora addosso) di fare poco le spiritose perché io ho visto tutto e rischiano la denuncia. Chiedo di nuovo a quella che è stata maltrattata fino a un attimo fa dove vive e lei mi dice: a Lizzana.

Benissimo! È dove sto andando per prendere i bambini a scuola. Le dico che se vuole può salire in macchina e che la accompagno io a casa.

Lei senza dire nulla sfreccia dentro la mia auto (è salita con una perfetta sconosciuta piuttosto che rimanere con quelle due ignoranti).

Durante il viaggio mi dice che ha 14 anni ed è in prima superiore, che quelle "cattive" sono sue compagne di classe e la trattano male da quando è cominciato l'anno. Piange. Arrivate a casa sua salgo fino al suo pianerottolo e parlo con i suoi genitori, racconto l'accaduto.

Lei piange ancora e si scusa per aver rotto gli occhiali (nuovi) e piange pure la sua mamma. Gli lascio il mio numero e gli dico di non esitare a chiamarmi se dovesse servire la mia testimonianza perché è giusto che gli occhiali vengano ripagati dalle due maleducate (e che i genitori vengano informati!) e che il caso sia almeno comunicato agli insegnanti (anche se per quanto mi riguarda una denuncia sarebbe il minimo). Lascio la famiglia e vado a prendere i miei bimbi (in ritardo, ma per giusta causa).

Vorrei aggiungere, ed è importante, che alla fermata c'erano due signore che non si sono scomposte minimamente davanti agli atti di bullismo che si stavano manifestando sotto i loro occhi e hanno fatto finta di niente. Non si sono degnate di far nulla.

È proprio a causa di gente come loro che queste cose accadono, e che i nostri figli invece che dare aiuto sono quelli che spingono, insultano e rompono gli occhiali (nei casi minori).

Vi prego di condividere questa testimonianza per ricordare a tutti che nessuno merita di essere trattato in questa maniera e sopratutto non merita l'indifferenza di chi gli sta attorno. Un giorno potrebbe accadere a voi, a me, ai nostri figli... e personalmente spero che ci siano più persone come me, pronte a dare una mano, intervenire ed esporsi, piuttosto di persone come le due signore, che ignorando la situazione hanno aumentato la cattiveria del mondo".

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