#Diario del Professore

Maturità 2018: cosa fare assolutamente dopo avere conosciuto il voto degli esami

12 luglio 2018

Voto Maturità 2018: come dire addio alla scuola ora che gli esami sono finiti

"È sicuro, allora, prof che pubblicano lunedì?" "Sì, imprevisti a parte, lunedì si prenderà il largo". Perché la pubblicazione dell’albo degli Esami di Stato non è soltanto un incollare un foglio protocollato su una porta di vetro o in bacheca. Recarsi a scuola per leggere il voto della Maturità è ripercorrere il solito tragitto che si è percorso per anni con la consapevolezza che, forse, quella sarà l’ultima volta. È recarsi, “solo noi del quinto”, come vincitori di un premio ambito, ultimi soldati superstiti, verso la porta a vetri sulla quale è attaccato il foglio degli esiti e, dopo aver letto il voto, soffermarsi a guardare dentro, il corridoio che per anni ha assistito alle corse verso l’aula pensando alla scusa migliore da dire (“prof, ho perso l’autobus”; “prof, la sveglia non ha suonato”; “prof, voi non avete idea di cosa è successo stamattina a casa mia...”); è rivedere le scene di quei matti degli amici di classe che vorresti uccidere ma che ami allo stesso tempo; di quell’amica che, alla fine, ce l’ha fatta; di quel compagno che proprio…Grrr… ma che, sotto sotto, era un bravo ragazzo: fastidioso ma buono; di quel tuo amico bello e piacione che proprio non ne ha voluto sapere e ti ha fatto il cuore a mosaico. voto maturità 2018 prof

Notte dopo gli esami: cosa fare adesso che la Maturità è finita

Perdersi a guardare le porte chiuse e quella, più chiusa di tutte, del bagno, il cantuccio segreto della scuola, lo scrigno che ha custodito le fumate segrete e i pianti tra le braccia di un amico o di un’amica fidata; il bagno sulle cui pareti sono scritte le storie di tanti giovani, le parolacce urlate con caratteri enormi perché soffocate in classe; le rivelazioni e le scoperte; le confidenze più intime e sincere. Dietro quelle griglie degli esiti della maturità, i pensieri navigano liberi, spinti da qualche lacrima dietro gli occhiali da sole e ondeggianti sulla curva dei sorrisi che nascono pensando alle belle cazzate e a quanta vita si è consumata tra quei banchi. Ricordare perfino i giorni degli esami come qualcosa di già antico, come se fosse già trascorsa una vita da quel tema di italiano o dalla terza prova. O dall’orale, quel momento in cui tutti stanno lì ad ascoltarti e tu non sai che dire. E a volte piangi, non per paura, ma perché è così. Piangi e stai meglio. E terminato l’orale ti alzi un po’ spaesato perché “prof, sto bene ma... adesso che faccio? Cioè... che faccio? È finito tutto?”. Quanta bellezza dietro e dentro quelle griglie affisse alla porta. Quanti timori, quante spugne gettate. E riprese, per fortuna! Si, forse è finito, ma non tutto! È l’ultimo giorno del percorso di esami, ma per voi, superstiti della Maturità, è il primo di tanti giorni di vita nuova, in cui fare esperienze, costruire il futuro, progettare il tempo, navigare in mare aperto senza accontentarsi di un cabotaggio timoroso. È vero: è “un” ultimo giorno. Siete voi, ci sei tu, di fronte a quella scuola odiata e amata, col tuo fardello di esperienza e i sogni che hai dentro; e un cancello che si attraversa solo col coraggio di voltare affettuosamente le spalle. Ma prima salutala quella prigione che, in fondo, ami; è adesso è il momento: falla esplodere! Sì! Falla saltare in aria disgregandola in una miriade di pezzettini: saranno le stelle del tuo cammino, le guarderai, di tanto in tanto e potrai piangere o sorridere. Oppure sorridere e piangere insieme. Forse non è così, ma non fa niente: amalo lo stesso questo ultimo giorno a scuola, davanti scuola, perché, in fondo, è il giorno in cui da quella porta esci da studente per respirare la storia che saprai costruirti da uomo e da donna già da oggi! E ama questa notte, la Notte dopo gli esami. 
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