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La reazione di Valeria Fedeli alle accuse di falsificazione del CV

15 dicembre 2016

Avevamo parlato proprio ieri di una mega accusa rivolta al nuovo Ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli  in merito alla falsificazione del proprio curriculum. Volendo ricapitolare la vicenda, la Fedeli ha scritto sul proprio CV di essere laureata in Scienze Sociali, usando l'espressione "diploma di laurea". Con questa espressione si fa riferimento ad una laurea breve, ma ecco che in realtà il nostro Ministro Valeria Fedeli ha soltanto il diploma.

La difesa, ovviamente, non si è fatta attendere più di tanto. Il Ministro Fedeli ha infatti dichiarato di essere una persona seria. Se il suo reale obiettivo fosse stato quello di mentire o truffare, allora avrebbe direttamente usato il termine laurea e non diploma di laurea. Ha aggiunto: "Posso aver commesso una leggerezza, ma finire sotto accusa in questo modo davvero non me lo sarei mai aspettato".

Sarà. Ma è anche noto che quando si ricopre un determinato ruolo a livello sociale con le parole, soprattutto quelle scritte, bisogna stare davvero molto attenti. E la leggerezza, a prescindere da tutto, è una qualità che un Ministro non dovrebbe avere. Dall'altro lato le scuse della Fedeli sembrano sincere: alla fine è una donna che ha sempre fatto la sindacalista. Ha dovuto lottare per ottenere qualcosa e si è già dimostrata una persona con una mentalità aperta, che nutre il desiderio reale di occuparsi dei problemi della scuola.

Al di là del fatto in sé, tante sono state le perplessità sorte in seguito alla sua nomina. Valeria Fedeli è stata una sindacalista, sì. Ma è stata principalmente attiva nel settore tessile. Del mondo della scuola sa ben poco perché non lo ha mai vissuto direttamente. Tutto ciò spaventa, soprattutto i docenti e i principali attori del mondo scuola, che si chiedono quali scenari potrebbero aprirsi per il futuro della scuola italiana.

Di buono, almeno finora, c'è il Decreto di Legge depositato in Senato nel gennaio del 2015, intitolato “Introduzione dell’educazione di genere e della prospettiva di genere nelle attività e nei materiali didattici delle scuole del sistema nazionale di istruzione e nelle università”. Vedremo come il Ministro deciderà di giocare la sua battaglia, se la farà diventare quella di tutti o, semplicemente, un suo ennesimo traguardo professionale.

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