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25 aprile, Festa della Liberazione: frasi sulla libertà, citazioni e poesie sulla Resistenza

21 aprile 2020

25 aprile: frasi per la Festa della Liberazione, aforismi e citazioni

Il 25 aprile è la Festa della Liberazione, una data fondamentale per tutta l'Italia e per il popolo italiano, una celebrazione per ricordare la storia sanguinosa della Seconda Guerra Mondiale, e soprattutto la lotta dei Partigiani che hanno portato avanti la Resistenza nella penisola. Si tratta infatti della Festa della Liberazione dalla dittatura nazifascista, anniversario di quel 25 aprile 1945 in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia diede il via all'insurrezione in tutti i territori ancora occupati dalle forze nazifasciste, di fatto dando l'ordine a tutte i nuclei partigiani del Nord Italia di portare l'attacco decisivo contro i presidi tedeschi e fascisti. L'obiettivo, raggiunto, fu quello della resa delle milizie avversarie. Per ricordare questa importante ricorrenza abbiamo pensato di raccogliere poesie e citazioni riguardanti questo momento della storia italiana. Per un riassunto dettagliato sul 25 aprile, non perdete: 25 aprile frasi festa liberazione

25 aprile: citazioni e frasi sulla liberazione

Ecco alcune delle frasi più pregnanti vergate da alcuni dei maggiori intellettuali e personaggi politici italiani, e non solo, per quanto riguarda il significato della Festa della Liberazione e della Resistenza.
  • “La Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratico-rivoluzionarie del popolo italiano. Intorno c’è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline.” (Pier Paolo Pasolini)
  • “È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature.” (Sandro Pertini)
  • “25 Aprile. Una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita.” (Enzo Biagi)
  • “D’accordo, farò come se aveste ragione voi, non rappresenterò i migliori partigiani, ma i peggiori possibili, metterò al centro del mio romanzo un reparto tutto composto di tipi un po’ storti. Ebbene: cosa cambia? Anche in chi si è gettato nella lotta senza un chiaro perché, ha agito un’elementare spinta di riscatto umano, una spinta che li ha resi centomila volte migliori di voi, che li ha fatti diventare forze storiche attive quali voi non potrete mai sognarvi di essere!” (Italo Calvino)
  • “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.” (Sandro Pertini)
  • “Dopo venti anni di regime e dopo cinque di guerra, eravamo ridiventati uomini con un volto solo e un’anima sola. Eravamo di nuovo completamente noi stessi. Ci sentivamo di nuovo uomini civili. Da oppressi eravamo ridiventati uomini liberi. Quel giorno, o amici, abbiamo vissuto una tra le esperienze più belle che all’uomo sia dato di provare: il miracolo della libertà.” (Norberto Bobbio)
  • Sul 25 aprile si sono scritti trattati, pensieri, frasi, poesie, ciò che rimane è la conquista dell’uomo della sua libertà spinto, più che mai a ribellarsi a ideali in cui non credeva, ad una soppressione anacronistica. Dovremmo tutti imparare dalla storia, per trovare la forza di dire ‘no’ e lottare per la libertà." (Stephen Littleword)
  • “Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.” (Antonio Gramsci)
  • “Io prego sempre per i partigiani. Tutte le sere dico una preghiera per i partigiani.” (Beppe Fenoglio) “Il ventre che partorisce il fascismo è sempre gravido.” (Gina Lagorio)

Poesie sulla resistenza del 25 aprile

Ecco alcune tra le poesie più belle dedicate al tema dell'impegno dei partigiani e agli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Aprile 1945 – Dino Buzzati Ecco, la guerra è finita. Si è fatto silenzio sull’Europa. E sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi. Dal letto dove sono disteso posso finalmente guardare le stelle. Come siamo felici. A metà del pranzo la mamma si è messa improvvisamente a piangere per la gioia, nessuno era più capace di andare avanti a parlare. Che da stasera la gente ricominci a essere buona? Spari di gioia per le vie, finestre accese a sterminio, tutti sono diventati pazzi, ridono, si abbracciano, i più duri tipi dicono strane parole dimenticate. Felicità su tutto il mondo è pace! Infatti quante cose orribili passate per sempre. Non udremo più misteriosi schianti nella notte che gelano il sangue e al rombo ansimante dei motori le case non saranno mai più cosi ‘ immobili e nere. Non arriveranno più piccoli biglietti colorati con sentenze fatali, Non più al davanzale per ore, mesi, anni, aspettando lui che ritorni. Non più le Moire lanciate sul mondo a prendere uno qua uno là senza preavviso, e sentirle perennemente nell'aria, notte e dì, capricciose tiranne. Non più, non più, ecco tutto; Dio come siamo felici

Poesie Festa della Liberazione: 25 Aprile 1945 - Pietro  Calamandrei

Lo avrai camerata Kesselring il monumento che pretendi da noi italiani ma con che pietra si costruirà a deciderlo tocca a noi. Non coi sassi affumicati dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio non colla terra dei cimiteri dove i nostri compagni giovinetti riposano in serenità non colla neve inviolata delle montagne che per due inverni ti sfidarono non colla primavera di queste valli che ti videro fuggire. Ma soltanto col silenzio del torturati Più duro d'ogni macigno soltanto con la roccia di questo patto giurato fra uomini liberi che volontari si adunarono per dignità e non per odio decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo. Su queste strade se vorrai tornare ai nostri posti ci ritroverai morti e vivi collo stesso impegno popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre RESISTENZA. 25 Aprile - Giuseppe Bartoli L’importante è non rompere lo stelo della ginestra che protende oltre la siepe dei giorni il suo fiore C’é un fremito antico in noi che credemmo nella voce del cuore piantando alberi della libertà sulle pietre arse e sulle croci Oggi non osiamo alzare bandiere alziamo solo stinti medaglieri ricamati di timide stelle dorate come il pudore delle primule: noi che viviamo ancora di leggende incise sulla pelle umiliata dalla vigliaccheria degli immemori Quando fummo nel sole e la giovinezza fioriva come il seme nella zolla sfidammo cantando l’infinito con un senso dell’Eterno e con mani colme di storia consapevoli del prezzo pagato Sentivamo il domani sulle ferite e un sogno impalpabile di pace immenso come il profumo del pane E sui monti che videro il nostro passo colmo di lacrime e fatica non resti dissecato quel fiore che si nutrì di sangue e di rugiada in un aprile stupendo quando il mondo trattenne il respiro davanti al vento della libertà portato dai figli della Resistenza. Uomo del mio tempo - Salvatore Quasimodo Sei ancora quello della pietra e della fionda; uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, -t'ho visto- dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta. E questo sangue odora come nel giorno quando il fratello disse all'altro fratello: “;Andiamo ai campi!”. E quell'eco fredda, tenace è giunta fino a te, dentro la tua giornata. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue salite dalla terra, dimenticate i padri: le loro tombe affondano nella cenere, gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore. Ad un partigiano caduto - Giuseppe Bartoli la strada che conduce a quei giorni lontani di smeraldo dove sostammo come creduli ragazzi a creare coi sogni nelle vene fantasie di speranze e di parole fra pugni di “canaglie in armi” Forse potrei dimenticare il giogo che mi lega all’arco dei rimpianti se soltanto le voci dei compagni tornassero a cantare come quando la vita dilagava e tu portavi alla gioia di tutti il tuo sorriso di fanciullo e la forza serena dei tuoi occhi Ma anche se il tempo non ricama che fili d’ombra sulla memoria e il tormento di quel assurdo giorno quando attoniti restammo davanti alla pietà della tua forca è pur sempre l’ora della tua lotta del tuo caldo vento di libertà immenso come grembi di colombe in volo fra fiori d’acquadiluna Tu solo amico adesso puoi scegliere i ritorni e dirci ancora col battito delle tue ali le bellezze della vita e le dolci innocenze della morte. Avevo due paure - Giuseppe  Colzani La prima era quella di uccidere La seconda era quella di morire Avevo diciassette anni Poi venne la notte del silenzio In quel buio si scambiarono le vite Incollati alle barricate alcuni di noi morivano d’attesa Incollati alle barricate alcuni di noi vivevano d’attesa Poi spuntò l’alba Ed era il 25 Aprile Per il 25 Aprile Festa della Liberazione - Francesco De Gregori Viva l’Italia Viva l’Italia, l’Italia liberata, l’Italia del valzer, l’Italia del caffè. L’Italia derubata e colpita al cuore, viva l’Italia, l’Italia che non muore. Viva l’Italia, presa a tradimento, l’Italia assassinata dai giornali e dal cemento, l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura, viva l’Italia, l’Italia che non ha paura. Viva l’Italia, l’Italia che è in mezzo al mare, l’Italia dimenticata e l’Italia da dimenticare, l’Italia metà giardino e metà galera, viva l’Italia, l’Italia tutta intera. Viva l’Italia, l’Italia che lavora, l’Italia che si dispera, l’Italia che si innamora, l’Italia metà dovere e metà fortuna, viva l’Italia, l’Italia sulla luna. Viva l’Italia, l’Italia del 12 dicembre, l’Italia con le bandiere, l’Italia nuda come sempre, l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste, viva l’Italia, l’Italia che resiste. La Resistenza e la sua luce - Pier Paolo Pasolini Così giunsi ai giorni della Resistenza senza saperne nulla se non lo stile: fu stile tutta luce, memorabile coscienza di sole. Non poté mai sfiorire, neanche per un istante, neanche quando l’ Europa tremò nella più morta vigilia. Fuggimmo con le masserizie su un carro da Casarsa a un villaggio perduto tra rogge e viti: ed era pura luce. Mio fratello partì, in un mattino muto di marzo, su un treno, clandestino, la pistola in un libro: ed era pura luce. Visse a lungo sui monti, che albeggiavano quasi paradisiaci nel tetro azzurrino del piano friulano: ed era pura luce. Nella soffitta del casolare mia madre guardava sempre perdutamente quei monti, già conscia del destino: ed era pura luce. Coi pochi contadini intorno vivevo una gloriosa vita di perseguitato dagli atroci editti: ed era pura luce. Venne il giorno della morte e della libertà, il mondo martoriato si riconobbe nuovo nella luce…… Quella luce era speranza di giustizia: non sapevo quale: la Giustizia. La luce è sempre uguale ad altra luce. Poi variò: da luce diventò incerta alba, un’alba che cresceva, si allargava sopra i campi friulani, sulle rogge. Illuminava i braccianti che lottavano. Così l’alba nascente fu una luce fuori dall’eternità dello stile…. Nella storia la giustizia fu coscienza d’una umana divisione di ricchezza, e la speranza ebbe nuova luce. Alle fronde dei salici - Salvatore Quasimodo E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo? Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento. La madre del partigiano - Gianni Rodari Sulla neve bianca bianca c’è una macchia color vermiglio; è il sangue, il sangue di mio figlio, morto per la libertà. Quando il sole la neve scioglie un fiore rosso vedi spuntare: o tu che passi, non lo strappare, è il fiore della libertà. Quando scesero i partigiani a liberare le nostre case, sui monti azzurri mio figlio rimase a far la guardia alla libertà. 25 aprile - Italo Calvino Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi, forse domani morirò, magari prima di quel tedesco, ma tutte le cose che farò prima di morire e la mia morte stessa saranno pezzetti di storia, e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano.

Per i morti della resistenza - Giuseppe Ungaretti

Qui vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce perché tutti li avessero aperti per sempre alla luce. Leggi anche: (Foto copertina: Courtesy of Metro-Goldwyn-Mayer; Foto interna: Pixabay)
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