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Bullismo e omofobia a scuola: ragazzo, vittima dei compagni, è costretto ad abbandonare la scuola

17 maggio 2018

Cyber-bullismo a scuola, quando l'insolenza genera distruzione: il caso di Milano

Non è il primo caso di bullismo per omofobia nelle scuole italiane, ma questo è diventato particolarmente eclatante perché il bullo non è il solito ragazzino scontroso, che si è scagliato ingiustamente contro la sua vittima; qui il bullo ha assunto una forma più grande perché è l'intera classe (e non solo) ad aver preso parte agli attacchi, anche se con un semplice like o una risata. È quello che è successo in una scuola di Milano, dove un ragazzo di 14 anni si è ritrovato costretto ad abbandonare la scuola perché non aveva una via d'uscita per far smettere i continui attacchi da parte dei compagni. Vediamo insieme cosa è successo e cerchiamo di capire insieme perché, ancora al giorno d'oggi, possano succedere queste cose. Oggi si celebra la giornata mondiale contro l'omofobia per dire no alle discriminazioni in base all'orientamento sessuale! Ecco cosa sapere e le frasi da utilizzare:

Caso di bullismo-omofobia: cosa è successo a Milano

Il caso in particolare è nato in una scuola di Milano. Un gruppo classe, dell'età di 14 anni, ha preso di mira un ragazzo perché si sosteneva fosse gay. L'attacco però non si è limitato a delle insolenti battute: ha preso la forma di cyber-bullismo nel momento in cui è stato creato un profilo Instagram falso dove sono stati postati numerosi fotomontaggi che alludevano alla presunta omosessualità del ragazzo. I compagni di classe hanno preso parte a questo ruolo di carnefici: chi ha aiutato a creare le foto, chi ha semplicemente messo un like o chi si è fatto una risata. Nessuno quindi ha avuto il coraggio di dire di no e aiutare il giovane bullizzato, che man mano si sentiva sempre più soffocato da una situazione che gli si stava rivoltando contro opprimendolo. Solo alcuni di loro lo hanno avvertito, portandolo ad affrontare chi ha avuto l'idea iniziale di attaccarlo, ma la sua reazione non ha funzionato: dopo poco è caduto in uno stato di forte depressione, lasciando la scuola. L'altra vittima di questa insensata ventata di bullismo è stata la fidanzata del giovane, presa in giro proprio perché aveva una relazione con lui.

Bullismo: come scardinare la violenza irragionevole, la risposta della scuola

Ora tutti dovremmo chiederci se in primo luogo abbia senso bullizzare una persona per noia, perché questo caso di Milano può essere spiegato solo in un modo: dei ragazzini non sanno che cosa fare e per divertirsi decidono di distruggere una persona, rendendolo merce di scherno e pettegolezzi gratuiti. Sì, perché di fronte ad una situazione del genere, come tutte le situazioni di bullismo, non c'è altro movente che la noia e l'ignoranza delle persone. Ad aggravare il tutto, c'è la reazione che hanno avuto i compagni che, assecondando il brutto gioco, sono diventati anche loro i famigerati bulli. Dimentichiamoci quindi le classiche scene alla telefilm americano: qui il bullo non è solo lo spaccone che dà le spallate nei corridoi; il bullo è chiunque abbia, anche per poco, preso parte a questo brutto gioco. Questa è una riflessione che dovremmo fare tutti perché, alla fine, non serve essere alti e grossi per diventare bulli. Bulli sono tutti coloro che innescano reazioni a catena - come quella di creare un profilo che come scopo ha quello di prendere in giro una persona- e bulli sono quelli che ampliano questa rete. L'unico modo di sradicare questa piaga - e di non essere noi i bulli della situazione - è tagliare i fili di questa rete e aiutare le vittime invece di affiancare i più grossi. Il punto vero quindi è: ne abbiamo veramente tutti il coraggio?

Bullismo a scuola: tracce svolte e riflessioni per la scuola

Se a scuola vi hanno assegnato dei temi sul bullismo o volete riflettere su quanto sta accadendo nelle scuole, non perdetevi le nostre tracce svolte: (Credits: Pixabay)
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