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Sentirsi perdenti fa bene: l'idea alla base della nuova scuola "slow"

25 febbraio 2016

Quante volte dopo aver preso l'ennesimo brutto voto di Matematica avete pensato di essere negati per quella materia? Oppure dopo l'ennesima sospensione avete pensato "Non sono tagliato per la scuola!"? O ancora quante volte dopo aver ricevuto un cattivo risultato, per qualsiasi cosa abbiate fatto  - sia in ambito scolastico che extra - scolastico - avete pensato "Sono un perdente!"?

Probabilmente tante volte e probabilmente starete pensando quanto sia inutile tutta questa negatività. Tuttavia c'è qualcuno che è pronto a rassicurarvi e a dirvi che sentirsi un perdente non è affatto una cosa negativa, ma anzi è una vittoria.

Sono già nati molti progetti legati alla scuola che infatti vogliono dimostrarlo agli studenti: sentirsi viventi a volte significa sentirsi "arrivati" e e spesso non ci serve a migliorare, invece sentirci dei perdenti può essere molto utile, perché un perdente dovrà sempre migliorarsi in qualche modo. Se quindi fino ad ora questo sentimento negativo poteva portare all'abbandono scolastico, ora dovrebbe costituire proprio il punto di forza da cui partire per cui aver voglia di studiare ancora di più e conoscere sempre cose nuove.

Ma come ci si sente dei perdenti? Facile, con la nuova scuola slow (lenta) dove si affrontano competizioni che vanno da quelle sportive (come quelle previste dal progetto del Coni del 2014) a quelle legate ai giochi da tavola come lo scacchi (che richiede un buon ragionamento) dove quindi è facile che almeno una volta si perda e si rifletta su questa perdita, lavorando su noi stessi come mai avevamo fatto prima, e scoprendo più facilmente i nostri limiti cercando di accettarli.

E voi cosa ne pensate di questo tipo di scuola? In che occasione vi siete sentiti dei perdenti? Scrivetecelo nei commenti qui sotto!

 
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