Blue Whale in Italia: una chat e un hashtag per combatterla
Una 
chat per dire basta al fenomeno della 
Blue Whale Challenge, l'assurda competizione che ha portato al
 suicidio di tantissimi adolescenti e ragazzi come voi. Finalmente questo mostro 
ha un avversario, una bella vittoria che arriva dopo pochi giorni dall'approvazione della Legge Ferrara per prevenire il cyberbullismo. La 
Blue Whale, che come vi abbiamo già raccontato porta i ragazzi a seguire assurde regole autolesioniste per 49 giorni fino al 50esimo dove il giovane deve suicidarsi lanciandosi nel vuoto, è un altro 
mostro da combattere e le associazioni che aiutano i ragazzi in difficoltà hanno creato una 
chat apposita per le emergenze e per le richieste di sostegno
La Casa Pediatrica ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano insieme all'Osservatorio Nazionale Adolescenza e Pepita Onlus hanno così deciso di lanciare l'hashtag 
#fermiamolabalena che diventa un'estension di #adessoparloio e una 
chat di WhatsApp 3482574166, creata per rispondere ai bisogni 
dei ragazzi. Il fenomeno della 
Blue Whale deve essere fermato e questi strumenti di ascolto e di accoglienza vogliono riportare al centro dell'attenzione il ragazzo, con le sue difficoltà e paure, aiutandolo nei suoi momenti di crisi.
Ecco tutto quello che devi sapere sulla Blue Whale Challenge
Blue Whale Challenge: come agisce sui ragazzi
Luca Bernardo, Direttore di Casa Pediatrica, ha spiegato che: “Il Centro nazionale di prevenzione e contrasto del cyberbullismo e dei fenomeni illegali della Rete che ha sede presso la nostra Casa Pediatrica sta monitorando da tempo questo sistema virale e perverso, già dalle sue prime manifestazioni nel deep web. Si tratta di un 
sistema che circuisce e spinge il minore, tra i 9 e i 17 anni in un 
vortice di nichilismo, mosso dal coraggio di accettare un certo numero di 
sfide. All'inizio apparentemente lecite: dal fermare uno sconosciuto per strada a dichiarare il proprio amore, per poi virare su verso l'autolesionismo, fino a quel salto nel vuoto dal punto più alto della città. Non si tratta di gioco, bensì di morte, una
 morte pianificata istante dopo istante”.
Gli 
adulti in questo meccanismo di abbandono del ragazzo verso un mondo nero, scuro e fatto di doloro giocano un ruolo fondamentale. Non si parla di responsabilità o colpe, semplicemente chi è più grande deve mostrare ai ragazzi la
 bellezza della vita a prescindere dai momenti di difficoltà che ognuno può incontrare. I social network, come ha osservato 
Luca Bernardo, Direttore di Casa Pediatrica, non sono così virtuali, anzi: esasperano sensazioni e sentimenti. Un controllo dei social è quindi fondamentale nella 
lotta alla Blue Whale.
Come capire se un amico sta facendo la Blue Whale
Per capire poi se un figlio o un amico è finito nella trappola della
 Blue Whale, 
Maura Manca, Presidente Osservatorio Nazionale Adolescenza, ha spiegato che: “Per capire quando un figlio o un amico rimane incastrato nella rete delle sfide estreme bisogna conoscerlo nelle sue abitudini e nella quotidianità perché la maggior parte delle volte i 
segnali che lanciano non sono particolarmente evidenti. Non si deve fare l’
errore di attribuire tutto alla fase adolescenziale, ma osservare la frequenza e la tipologia dei loro comportamenti, atteggiamenti e umore".
Se un vostro amico è così finito nella 
trappola della Blue Whale probabilemente passerà molto più tempo davanti al computer o al cellulare controllando i social e le notifiche. Quando si ha un sospetto bisogna poi parlare direttamente con chi temete possa farsi del male, senza accusare, semplicemente cercando di capire cosa sta succedendo senza fermarsi alle frasi classiche "Sto bene, non ho niente".
“Mi rivolgo direttamente ai ragazzi: fermatevi e pensate -  esordisce 
Ivano Zoppi, Presidente di Pepita Onlus – “Fermatevi davanti a chi vi dice che per provare brividi occorre mettere in gioco la propria sicurezza, la propria vita. Fermatevi davanti a chi cerca di convincervi che superare delle sfide in cui si distrugge la propria vita e quella di chi ci sta attorno, sia una strada verso la “libertà”.