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Prima Prova Maturità 2019 su Silvio Pellico: traccia, opere e possibili svolgimenti

11 giugno 2019

Tracce Prima prova maturità 2019: cosa sapere per uno svolgimento su Silvio Pellico

Impazza in questi giorni prima della Maturità 2019 una domanda: quali saranno le tracce scelte dal Miur per la prima prova? Quali autori verranno scelti? Questo non è dato saperlo, di certo possiamo fare delle previsioni probabilistiche su quali siano gli autori maggiormente quotati. Tra questi certamente troviamo Silvio Pellico, nota figura letteraria e rivoluzionaria che con i suoi scritti ha determinato la storia d’Italia: per prepararvi al meglio allo svolgimento dell’eventuale tema, noi di ScuolaZoo vi forniamo una scheda con delle informazioni sull’autore ed i possibili temi, con tanto di idee per lo svolgimento, che potrebbero uscire nella traccia. Per tutti gli autori possibili di Maturità 2019, non perdere:

Maturità 2019 Prima prova: quale traccia uscirà su Silvio Pellico?

Tra le possibili  tipologie che potrebbero uscire troviamo: tipologia A con l’analisi del testo, in cui dovrete rispondere a dei quesiti proprio sul testo propostovi; tipologia B in cui dovrete scrivere un testo argomentativo rispondendo ad una traccia; tipologia C in cui scriverete un tema d’attualità seguendo la traccia proposta ed i documenti assegnativi.

Tracce Prima Prova 2019: la biografia di Silvio Pellico

Silvio Pellico nasce a Saluzzo nel 1789. Comincia i suoi studi a Torino per completarli a Lione, in Francia, presso uno zio cui lo affida il padre per avviarlo al commercio, attività familiare. Le sue inclinazioni però propendono verso lo studio e la letteratura, che inizierà in Francia, dove rimarrà fino all’età di vent’anni. Torna a Milano dove inizierà a lavorare come professore di francese prima presso un istituto militare, poi come precettore presso famiglie nobili. Comincia in questi anni la sua produzione letteraria, che lo porterà a conoscere anche eminenti personalità della letteratura. Qualche anno più tardi si innamora della cugina di Carlotta Marchionni, attrice che rappresentava con successo le sue tragedie, ovvero Teresa Marchionni; contemporaneamente in casa di Lambertenghi, fervido liberale, Pellico matura una coscienza politica ed inizia la collaborazione con la rivista "Il Conciliatore", soppressa un anno dopo la sua fondazione, forse prima espressione di uno spirito unitario italiano. Aderisce quindi alla carboneria milanese, per essere arrestato il 13 ottobre del 1820: viene trattenuto a Venezia e condannato a morte, pena poi commutata in 15 anni di carcere duro da scontarsi nella fortezza di Spielberg, in Moravia. Viene però graziato nel 1830, fa ritorno a Torino per andare a lavorare come bibliotecario presso i marchesi del Barolo, rimanendone condizionato dalla mentalità conservatrice e perbenista ma ritrovando, altresì, la tranquillità e la giusta disposizione d'animo per riprendere l'interrotta attività letteraria. La sua tranquillità viene però compromessa sia dalla sfera degli affetti familiari ormai precari, sia dalla sua salute che nel 1854 lo abbandona a Torino, facendolo morire a soli 65 anni.

Tracce maturità 2019: poetica e pensiero di Silvio Pellico

Il percorso letterario di Pellico vede un mutamento nel suo modo di scrivere e di trattare determinati temi: la prima tragedia di successo fu la Francesca da Rimini, nella quale l'autore narra la storia di Paolo e Francesca con caratteri nuovi, in cui alcune delle caratteristiche della tragedia romantica si fusero nelle tematiche patriottiche e sentimentali. Il suo pensiero si fa sempre più liberale ed anche rivoluzionario, portandolo poi a collaborazioni con la carboneria che a loro volta lo portano al profondo cambiamento a causa dell’episodio che segna la sua vita: gli anni della prigionia lo segnano non solo fisicamente, ma anche a livello umano ed affettivo. Proprio da questa dura e sofferta esperienza il Pellico trae il suo capolavoro “Le mie prigioni”, che narra la vicenda intimamente umana e religiosa dell'autore, senza lasciarsi distrarre da sentimenti ostili di rivalsa politica. Dopo tale esperienza, e sotto la tranquilla influenza del marchese del Barolo, suo protettore, Silvio Pellico diviene conservatore e perbenista, perciò inviso ai liberali per la sua mancanza di coerenza ed organicità. In realtà, soprattutto nei suoi ultimi anni di vita e dopo la sua morte, lo scritto “Le mie prigioni” ha un forte effetto deflagrante nello spirito patriottico italiano, e la sua figura viene da allora ricordata come una delle più importanti rivoluzionarie.

Maturità 2019: opere più importanti di Silvio Pellico

  • Le mie prigioni;
  • Francesca da Rimini;
  • Poesie inedite.
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