#Info studenti

Mio figlio non ha fatto i compiti per le vacanze: le reazioni della rete

21 settembre 2016

“Voi avete nove mesi circa per insegnargli nozioni e cultura, io tre mesi pieni per insegnargli a vivere”. Con questa lettera inviata ai professori Marino, dieci giorni fa, aveva preso le difese del figlio Mattia (terza media alla Vidoletti di Varese) che per scelta non aveva fatto i compiti delle vacanze, preferendo un’estate fatta di esperienze, gestione della casa e studi di elettronica. Il padre aveva anche postato su Facebook la lettera, in modo che il mondo social potesse partecipare alla discussione e mostrare il proprio appoggio al padre del ragazzo.

“Ritengo che i compiti estivi siano deleteri”, aveva concluso il padre di Mattia, assicurando i professori del fatto che il ragazzo avrebbe ricominciato l’anno scolastico con serenità e molta voglia di imparare.

Effettivamente, i recenti dati dell’OCSE confermano il fatto che i ragazzi italiani passino in media otto ore a settimana a studiare (cifre che possono salire notevolmente in tempi di verifiche e di interrogazioni), ossia almeno tre ore in più rispetto alla media degli altri paesi dell’Unione Europea.

Pronto a tornare sui banchi? Non perderti lo speciale Back To School 2017:

Le scuole italiane sono certamente indietro rispetto alle scuole di molti paesi del mondo, in cui si insiste molto di più su attività che favoriscono la collaborazione degli studenti, anche per il fatto che i ragazzi non hanno quasi mai l’occasione di passare il pomeriggio a scuola per fare attività di gruppo: sono infatti sempre presi dallo studio. Purtroppo anche da quello estivo.

E mentre il numero di ragazzi e bambini sovrappeso cresce considerevolmente e i professori vengono elogiati più per quanto sono avanti nel programma che per quanto abbiano trattato con chiarezza e semplicità gli argomenti, i ragazzi hanno sempre meno tempo libero da dedicare alle loro amicizie, ai loro hobby ed ai loro sport.

Ovviamente sulla rete si sono scatenate anche alcune critiche, la maggior parte perché Marino ha sentito il bisogno di postare la foto su Facebook e qualcuna anche per il fatto di avere mosso una critica così accentuata alle istituzioni scolastiche.

Raffaele Mantegazza, pedagogista dell'Università Bicocca di Milano, ha manifestato il suo sconcerto e la sua preoccupazione in quanto “I figli devono vedere che i genitori, davanti ad un problema, lo risolvono confrontandosi con gli altri adulti di riferimento, facendo valere le proprie ragioni”. Secondo Mantegazza è preoccupante per un ragazzino avere un genitore incapace di gestire i confitti e che scrive lettere.

In ogni caso, che Marino sia incapace di ciò o più semplicemente un padre col desiderio di far vivere al figlio un’estate serena, bisogna considerare il fatto che ha avuto un bel coraggio ed i professori, probabilmente convinti dalle sue argomentazioni, non hanno obbiettato.

di Andrea Stievano

PAGA CON

Ciao, benvenuto su ScuolaZoo! Come possiamo aiutarti?

ScuolaZoo