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Scuola, il Miur chiarisce le misure del DPCM: chi entra a scuola alle 9 e fa più DDI?

20 ottobre 2020

Coronavirus, i chiarimenti del Ministero dell'Istruzione su orari e didattica digitale integrata

La scuola rimane aperta e in presenza. La Ministra Azzolina non ha voluto sentire di parlare di didattica a distanza né generalizzata né per gli studenti degli ultimi anni delle superiori, come proposto dalle Regioni, per fermare l'aumento dei contagi che si registra da alcune settimane. I casi positivi all'interno delle scuole sono pochi in percentuale e secondo la Azzolina non si possono chiudere le scuole perché i mezzi pubblici sono affollati. L'ultimo DPCM, annunciato domenica 18 ottobre 2020 dal Preside Conte, prevede, tra le varie misure (che puoi leggere qui), di intervenire, per quanto riguarda la scuola, solo in quelle condizioni di criticità o di rischio evidenziate dagli enti pubblici o dall'ASL, modificando ulteriormente gli orari di ingresso e uscita o le ore di didattica in presenza.
 
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IL NUOVO DPCM E LA SCUOLA Il nuovo Dpcm approvato ieri entrerà in vigore mercoledì 21. Cosa comporta per il mondo della scuola? Dopo aver centrato tutti insieme l’obiettivo della ripresa della didattica in presenza e in sicurezza, come dimostrano i dati raccolti dal Ministero e certificati dalle autorità sanitarie competenti, ci è richiesto un ulteriore sforzo, al fine di venire incontro alle esigenze complessive del sistema Paese per il contenimento dell’emergenza Covid. In merito, il DPCM del 18 ottobre 2020 prevede le seguenti misure. Al riguardo abbiamo inviato una nota ai dirigenti scolastici, previa interlocuzione con i sindacati di settore. ➡️ Secondo ciclo di istruzione Previa comunicazione al Ministero dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali. Le scuole secondarie di secondo grado: * Adottano ulteriori forme di flessibilità, anche incrementando il ricorso alla Didattica Digitale Integrata. * Modulano ulteriormente (rispetto a quanto già disposto da settembre e grazie al lavoro fatto quest'estate) orari di ingresso e uscita degli alunni, anche attraverso l'eventuale utilizzo di turni pomeridiani; nell’ambito di questa ulteriore modulazione, dispongono che l’ingresso a scuola non avvenga prima delle ore 9.00. Si ribadisce, quindi, che le “situazioni critiche e di particolare rischio”, rappresentate da autorità sanitarie ed enti locali, sono le sole che giustificano una eventuale revisione di quanto già stabilito, anche con riferimento all’ingresso posticipato alle ore 9.00, che deve essere disposto unicamente qualora ricorrano le condizioni sopra descritte. Salvo questi casi, non è necessario modificare orari di entrata e uscita e tutto quanto sia collegato alla scansione temporale definita dall’inizio dell’anno scolastico. (Continua sulla mia pagina Facebook)

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Quali scuole devono adottare orari scaglionati e didattica digitale integrata?

Le misure del DPCM, come ha chiarito il Ministro dell'Istruzione in una nota, valgono solo per le scuole superiori. Questo vuol dire che non cambia niente per le scuole d'infanzia, primaria e secondaria di I grado (le scuole medie). Tuttavia, non tutti gli istituti superiori sono coinvolti, ma solo quelli per cui ci sia una comunicazione dell'ASL, di un Comune o di una Regione al Miur per evidenziare situazioni di criticità o a rischio legati al territorio (es. assembramenti sui mezzi legati al trasporto degli studenti tutti alla stessa ora). In questo caso, le scuole possono provvedere a:
  • Ridurre le ore di scuola in presenza, con l'aumento della didattica digitale integrata (DDI)
  • Scaglionare maggiormente ingressi e uscite, non entrando mai prima delle 9 (per evitare affollamento sui mezzi tra lavoratori e studenti)

«Nessun automatismo, comunque», scrive la Ministra Azzolina, «nuovi interventi sull’organizzazione scolastica avverranno, come già detto, solo in caso di situazioni critiche o di particolare rischio comunicate dalle autorità sanitarie o dagli Enti locali e attraverso la regia dei Tavoli regionali e locali con gli Uffici scolastici. Tavoli, questi ultimi, previsti dal cosiddetto “Piano Scuola” emanato lo scorso giugno e approvato anche dalle Regioni».

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(Foto Credits: Lucia Azzolina Facebook Page)
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